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Un lieve soffio, per gioco:
il mio alito caldo s’appanna sul vetro,
brilla nel sole appena tiepido dell’alba
poi lentamente scompare...
A ritroso - più a ritroso ancora -
vagabondando dolcemente, ancora
nel tempo senza tempo dei ricordi
che si rincorre ma non s’afferra mai.
Come accendessi, a sera - con lento
e antico gesto - una candela:
i miei sopiti ricordi sfumano
intatti, svaporando, lenti.
Quel vecchio pianoforte a coda nero
- che da tempo non odo più suonare -
limpidamente lo sto ascoltando ancora:
la sua musica rivive, nel profondo del mio cuore.
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©luciana
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6 commenti:
Uh! È un tema che sento molto vicino. Una bella meditazione sul tempo che fugge, sulla "amara dolcezza" della nostalgia. E il "tempo senza tempo" è lieve come una farfalla ma al contempo duro come la pietra.
quel "tempo senza tempo" è entità che non s'afferra: circonda l'interiorità del nostro essere e ne accoglie i ricordi come minuscole particelle in sospensione nella liquidità dei momnti di finito/non finito, in continua espansione ritmica e ritmata (dai giorni in divenire)...
E noi stiamo completamente immersi in quella sospensione tra reale ed irreale - che è parte di noi e di cui noi stessi siamo parte...
(dici che è colpa del tempo/time o del tempo/weather, questa mia pura farneticazione da fine-settimana?!?...mah...)
Ho segnalato questo Blog anche sul mio Profilo di Libero. Sei bravissima. Paola
wow...grazie...ma guarda un po', che scherzi che fa questo (splendido e dolcissimo) bimbetto che con il ditino indica "ssssst-nonlodicoaanessuno"...!
Ciao Laciana,
ho lasciato da me due risposte per te.
Che bella idea hai avuto per Oscar Peterson.
Ci leggiamo.
Grazie
Ciao
In realtà, la poesia è nata ricordando il pianoforte a coda nero ospitato nella sala di casa mia quand'ero bambina: mentre mio fratello suonava, mia madre l'ascoltava incantata - ed io (molto minore di mio fratello) osservavo ed ascoltavo entrambi.
Oggi, mi basta ascoltare le note di un piano per tornare indietro nel tempo e per ritrovarmi ancora là, per risentire le medesime note e le medesime voci, al fianco della finestra aperta le cui tende di lino bianche danzavano a tratti, lentamente, nei pomeriggi d'estate...
Perciò, il brano ospitato nel tuo blog mi ha fatto il "solito effetto"...rewind...
Grazie, per averlo condiviso con me... (A presto rileggerci, ciao!).
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