Hai ragione. E ciò è rappresentativo della socità usa-e-getta in cui viviamo.
Negli anni 80, negli uffici iniziò il lento passaggio dall'uso delle vecchie macchine da scrivere alle prime con video-scrittura e dispositivo di memoria. Fu l'esordio delle nuove tecnologie: poco dopo l'avvento e la diffusione capillare dei computers ci condusse rapidamente dall'archiviazione su floppy a quella su CD. Non ce ne siamo neppure accorti, ma ora la nostra memoria è tutta lì: spontaneamente catturata e personalmente ingabbiata nelle attuali tecnologie: scrittura, musica, film, arte... Produciamo con assoluta facilità - ed "archiviamo" tutto. Ma sin quando? Viene spontaneo chiederselo. (Intanto, la memoria a suo tempo immagazinata in quei primi floppy già è praticamente persa)
L'era della tecnogia lascia poco spazio alla dimensione-uomo...
Apparentemente potentissimi, questi sistemi si rivelano fragilissimi contenitori: forse, viviamo in un'epoca destinata a lasciare meno tracce di sè, per i suoi posteri? E' già successo per altre società nella storia, pure apparentemente evolute: scomparse senza quasi lasciare traccia... Chissà...E' però assai triste, pensarlo.(
E così, contino a ticchettare sui miei tasti di plastica...)
mammamia, Daniele...sapessi, quanti raccoglitori di "scartoffie" m' ingombrano cassetti e scrivania (ma, meno male o purtroppo, buona parte di ciò che ho scritto non l'ho conservato...)
4 commenti:
Le parole scritte sulla pietra attraversano i millenni, quelle su Internet mah? Piaciuto l'ossimoro "voce silenziosa".
Hai ragione.
E ciò è rappresentativo della socità usa-e-getta in cui viviamo.
Negli anni 80, negli uffici iniziò il lento passaggio dall'uso delle vecchie macchine da scrivere alle prime con video-scrittura e dispositivo di memoria. Fu l'esordio delle nuove tecnologie: poco dopo l'avvento e la diffusione capillare dei computers ci condusse rapidamente dall'archiviazione su floppy a quella su CD.
Non ce ne siamo neppure accorti, ma ora la nostra memoria è tutta lì: spontaneamente catturata e personalmente ingabbiata nelle attuali tecnologie: scrittura, musica, film, arte...
Produciamo con assoluta facilità - ed "archiviamo" tutto.
Ma sin quando? Viene spontaneo chiederselo.
(Intanto, la memoria a suo tempo immagazinata in quei primi floppy già è praticamente persa)
L'era della tecnogia lascia poco spazio alla dimensione-uomo...
Apparentemente potentissimi, questi sistemi si rivelano fragilissimi contenitori: forse, viviamo in un'epoca destinata a lasciare meno tracce di sè, per i suoi posteri? E' già successo per altre società nella storia, pure apparentemente evolute: scomparse senza quasi lasciare traccia...
Chissà...E' però assai triste, pensarlo.(
E così, contino a ticchettare sui miei tasti di plastica...)
È per questo che scrivo anche su carta quello che ritengo importante - le poesie, naturalmente. Sebbene anche la carta non sia eterna.
mammamia, Daniele...sapessi, quanti raccoglitori di "scartoffie" m' ingombrano cassetti e scrivania (ma, meno male o purtroppo, buona parte di ciò che ho scritto non l'ho conservato...)
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