Tra le mani una tazza di caffè:
l’aroma pieno sale in volute - e si dissolve.
Sale anche l’occhio…su, allo scaffale in alto.
C’è il vecchio macinino per i chicchi, in legno,
con la manovella che ruotavo vorticosamente:
la polvere bruna scendeva sotto, nel cassetto.
Gioco al ricordo – e ne sorseggio il gusto.
Rewind remoti, al tempo dell’infanzia…
Voci scomparse salivano al mio piano
dalle finestre aperte, d’estate, sul cortile.
l’aroma pieno sale in volute - e si dissolve.
Sale anche l’occhio…su, allo scaffale in alto.
C’è il vecchio macinino per i chicchi, in legno,
con la manovella che ruotavo vorticosamente:
la polvere bruna scendeva sotto, nel cassetto.
Gioco al ricordo – e ne sorseggio il gusto.
Rewind remoti, al tempo dell’infanzia…
Voci scomparse salivano al mio piano
dalle finestre aperte, d’estate, sul cortile.
Come narrassi un sogno, evoco lenta:
ritornano integre immagini e profumi.
Lo scardasso - attrezzo stagionale e antico -
a primavera sostava nel cortile: il tappezziere
Lo scardasso - attrezzo stagionale e antico -
a primavera sostava nel cortile: il tappezziere
scioglieva ai materassi i nodi della lana
poi, con pazienza, cuciva fodere e cuscini.
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Il cane Rocky e il suo padrone in tuta blu
che riparava “Singer”, a ruota ed a pedale.
che riparava “Singer”, a ruota ed a pedale.
Le due modiste, 'signorine' magre ed affilate
sul retro al negozietto di guanti e di cappelli.
(Mamma cantava allo scampanìo del Duomo
mentre stendeva al davanzale, sotto il sole:
mollette in legno e il primo catino di “moplen”,
goccianti lenzuola e odore lindo di marsiglia)
Con gancio in ferro ed il fragore di metallo,
giù le serrande del negozio sottocasa, a sera:
si dichiarava chiusa la giornata di lavoro,
ora di cena e di televisione in bianconero.
La stufa accesa nel buio vano sottoscala,
lo scantinato con pile ordinate di ciascuna cosa,
la pala in ferro, lo sportello in ghisa, il fumo:
prima la carta, poi la legna, poi il carbone.
La pendola antica nell’ingresso scandiva giorni ed ore:
in legno di noce, con cavallino intagliato sulla cima,
carica a molla e la pesante chiave di ferro, decorata.
(Intento sulla scala, rivedo mio padre che la caricava)
In sella alla biciclettina azzurra io, bambina,
pedalavo i miei sogni intorno al caseggiato:
una cartolina, piegata tra i raggi della ruota,
battendo simulava il rombo d’un motore.
Profumi e suoni dal passato, ancora intatti:
nascosti dal vento del tempo, tra i ricordi.
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© Luciana.
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8 commenti:
Sai che con la nostalgia con me sfondi una porta aperta. Che dire? Che sento come un groppo alla gola: ho seguito questo percorso nascosto nel tempo come quando si va in un paese straniero, ma sentivo che la mappa era già in me... la teneva il bambino biondo che ero nei Sessanta e che dorme in me per risvegliarsi in occasioni come questa.
Talvolta (in verità spesso e da molti, purtroppo) la nostalgia è reputata un sentimento di debolezza e fragilità. Io credo al contrario che sia lo specchio più vero delle nostre ricchezze affettive, dei nostri ricordi più veri e delle esperienze più care. Indimenticabili, indelebili, fondamentali alla costruzione e formazione piena del nostro essere.
Proprio per questo, preziose.
La nostalgìa va a braccetto con il vivo sentimento di riconoscenza per il patrimonio di affetti ricevuti e per le piccole e grandi esperienze che la vita ci ha portato ad assimilare e godere, fin dai nostri primi anni i vita. A volte, le più semplici sembrano essere le più incisive, nel percorso dei ricordi!
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Siamo in buona compagnia: cercando nei miei appunti per un prossimo post su una poesia di Pessoa, mi sono imbattuto in una frase che ho segnato leggendo "Vagabondaggio" di Hermann Hesse: "Io voglio assaporare la mia nostalgia come assaporo le mie gioie". Ecco, se il grande Hesse paragonava nostalgia e gioia, anche noi nel nostro piccolo possiamo cogliere queste perle del passato e riprovare il piacere antico. Non è debolezza, ma una forza interiore che manca a chi si rivolge esclusivamente al presente o al futuro: dimenticare il nostro retaggio non può essere un bene, anzi...
No, non è sicuramente un bene.
Dimenticare il proprio passato è un' invisibile perdita che incide singolarmente ma si disperde come un eco perduto, anche sul futuro e sulla società, che purtroppo ora non possiede più ancorate e forti radici e tradizioni.
approfitto di questo post così ricco di emozioni per augurarti, carissima Luciana, un buon 2009. Sono particolarmente felice, questa sera, per l'opportunità che il mondo internet mi ha offerto: conoscere, seppur virtualmente, due persone come te e Daniele.
Un abbraccio ad entrambi
eugenia
Cara Eugenia, ricambio di cuore gli auguri con stima, simpatia e nel tuo caso particolare anche una dose eccezionale di golosità (in questo il tuo blog è assolutamente unico ed imperdibile, wow!).
Personalmente ricorderò il 2008 come un anno che, insieme ai tanti e condivisi affanni, mi ha regalato la chance di quest'esperienza web meravigliosa. Mai avrei immaginato, soltanto dodici mesi fa, le emozioni e le scoperte che i miei tre blog nati pressochè contemporaneamente in una sera gelata di gennaio (www.comoinpoesia.com - www.larioinpoesia.blogspot.com - e questo piccolo blog "personale) mi avrebbero riservato.
La cosa più bella, è proprio questo "interscambio" vivace e piacevolissimo che, anche se virtuale, mi regala emozioni sempre nuove.
Grazie...di esserci!
E buon anno 2009 a La Belle Auberge: ad maiora!
Questa poesia è bellissima. Penso che nessuno più di te saprebbe esprimere mettendoli sulla carta i ricordi di un passato che ci appartiene e che è scomparso. Sono contenta che tu abbia parlato dello scardasso che io ricordo molto bene, ma del quale avevo dimenticato il nome.
Se non hai nulla in contrario posto questa tua poesia sul mio Blog (immagine compresa) emetto il tuo link: ci tengo che ti leggano i miei visitatori. Dimmi se c'è qualcosa in contrario. Paola
Ecco Paola, questo è il mio personale "vintage", il mio piccolo angolo di "modernatiato/antiquariato" dove ogni tanto mi si immerge il cuore.
Sono tanti piccoli ricordi e tante immagini che trattengo in me, come un piccolo tesoro prezioso, affiancato al ricordo delle persone amate. Cose e persone che non ci sono fisicamente più. Ma non sono scomparse: sono tuttora vive e ben presenti, nel mio cuore...
(Se ti fa piacere, certo che puoi pubblicare la poesia sul tuo sito: è un bel modo, per "condividere" i ricordi! E anzi: ti ringrazio, per la tua partecipazione ed il tuo gentile e sentito apprezzamento!)
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