Pietro Annigoni - "Il germoglio"
In compiaciuto e assorto estrinsecarmi,
vivo nel sincopato ritmare dei miei versi
un’ evocativa e personale panacea:
come di seme che germoglia, in serendipity
suadente, m'affabulo in una sublimata pace:
mi è consono librarmi, in libere armonie…
Grembo raccolto, accoglimi:
mi sei placenta e madre,
o amata poesia.
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© Luciana
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2 commenti:
Eh sì, la poesia guarisce. E si presenta da sé, urge e spinge per emergere - bella l'immagine del seme che germoglia, rende bene l'idea.
Sì, Daniele anche in altre mie poesie ho utilizzato immagini molto simili: scrivere mi ha sempre dato l'idea di far nascere qualcosa di già preesistente, appunto come un seme, come una coltivazione in germoglio che improvvisamente sboccia - ma è come se la sua presenza già ci fosse, in germe...e dovesse soltanto trovare l'occasione, il tramite ed il modo, per emergere...
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